Trent'anni fa ci lasciava Ugo Palmisano e dieci anni fa ci lasciava Ugo Caponetto.
Entrambi sarebbero stati entusiasti del nuovo Sito ed è naturale ospitare un breve ricordo di due nostri amici che avevano in comune lo stesso amore per Cimaferle e lo stesso attaccamento alla Pro Loco, e che una dipartita prematura ha portato via quando stavano dando il meglio di sè.
La vita vissuta con passione e altruismo ma sopratutto una gran personalità è quello che più li caratterizzava e per questo chi li ha conosciuti li rimpiange.
Ugo Palmisano, giornalista, univa l'umanità siciliana all'efficienza del Nord che lo portavano ad un instancabile susseguirsi d'incontri e contatti con infinite conoscenze senza che la sua mente cessasse, per un attimo, di pensare futuro.
Aveva iniziato con Cimaferle un rapporto che sembrava doveroso in omaggio alle origini della moglie, la Signora Maria, ma quando gli fu richiesto di diventate presidente del Gruppo Sportivo s'impegnò con tanta anima da sembrarci nato.
Restano memorabili la sua forbita e colorita oratoria e la sua istintiva capacità di comprendere l'animo umano e i suoi sentimenti.
I giovani d'allora ricordano la sua ambizione di farne uomini di successo aiutandoli a trovare la migliore delle strade possibili.
Lo vediamo, rigorosamente in giacca, salire sulla 124 blu, posteggiata sempre in mezzo alla strada, e scendere ad Acqui dove saltava da un negozio all'altro cercando le Lire disordinatamente riposte in tutte la tasche per poi tornare a casa con dolci e pasta per tutti.
Ad Ugo Caponeto non bastava la sua amata villetta ma si era regalato il sogno di un rustico in posizione panoramica.
Un attimo di libertà dal suo lavoro e lo vedevi sbucare e cercare gli amici con sempre qualche proposta e progetto sia in privato sia in Pro Loco.
Memorabili e irripetibili restano i suoi aperitivi non solo per la qualità, ma sopratutto per la classe con cui presentava le sue bottiglie che chiamava "prodotti" e che con competenza si divertiva a cercare e coccolare.
La sua attività era nel mondo sanitario, ma la sua indole era da "Gran Gourmet" per il raffinato senso del convivio e il clima che sapeva creare tagliando anche solo una fetta di salame e versando un bicchiere di vino.
Viviamo una società superficiale dove si affievolisce il "senso degli altri", quel senso
che Ugo Palmisano e Ugo Caponetto avevano innato e resta il rammarico che i giovani d'oggi non abbiano la fortuna di averli conosciuti.