Nel quarantesimo della nascita della Pro Loco è doveroso ricordare un Fondatore, un amico che tra i primi sentì l'esigenza di creare una Società Sportiva e che ci ha lasciato.
Si tratta di Giorgio Canini, detto "lo Zio", perchè lo era veramente per i fratelli Gianluigi ed Emanuele Devoto.
Insegnante originario dell'0ltrepò veniva volentieri al paese della sua Signora dove diceva di trovare qualche cosa della sua terra.
Giorgio era una persona che amava stare con gli adolescenti di cui subiva il fascino e loro lo consideravano come un coetaneo.
Uomo di cultura e fantasia variopinte con un'ideazione rapida e immaginifica scendeva al mattino, con passo lento e cadenzato e masticando la pipa, verso la piazza del "Sanfront" e lì iniziava a chiacchierare con il primo essere vivente che aveva la fortuna di incontrarlo.
L'argomento era a tema libero in un susseguirsi di collegamenti arditi che spaziavano su tutto lo scibile umano e con dei salti logici che a stomaco vuoto davano un po' di capogiro.
Dopo pranzo, quando i ragazzi facevano gruppo dentro e intorno alla "Simca" di Sergio Vallanzasca, il nostro si aggregava e, ben accetto, disquisiva con loro con un sorrisino ammiccante e sornione.
Era però la notte il suo regno, una notte buia perchè senza illuminazione pubblica, talvolta con le ombre della luna ma sempre sotto un cielo stellato mozzafiato.
A quei tempi non ero più adolescente, ma appena potevo cercavo il gruppo di questi ragazzi indistinguibili sotto i pioppi del "Sanfront" con al centro lo "zio Canini".
I loro discorsi partivano dalle stelle cadenti per passare al mondo del mistero, dell'esoterico, dell'occulto e qui iniziava una colletiva "autosuggestione" in cui le lucciole diventavano fuochi fatui, i gatti fantasmi e gli uccelli notturni esseri alieni.
Venivano poi provocate da Canini, ma organizzate dai ragazzi, delle serate con grottesche sedute spiritiche e spettacolari scherzi a sfondo magico all'indirizzo dello "zio Giorgio".
L'indimenticabile notte dello sbarco dei marziani mi mette ancora i brividi perchè fu una simulazione preparata nei dettagli con luci e suoni che la notte rendeva incredibilmente verosimili creando un clima di stupefacenti situazioni coinvolgendo anche gli anziani villeggianti del "Sanfront", urlanti dalle finestre, perchè svegliati in pieno sonno.
Caro Giorgio i giovani non sanno ringraziare ma con te lo hanno fatto divertendosi a crepapelle e penso che non riusciremo mai a capire quanto ti prendessimo in giro o quanto tu, per amore, prendessi in giro noi.