LA STORIA DELLA PRO LOCO DI CIMAFERLE

Tutto è pronto per l’atteso concerto, i componenti della band hanno già sistemato sul palco tutta la strumentazione e predisposto l’apparecchiatura fonica ma dall’ovest spinti dal vento incombono nuvoloni scuri solcati da rimbombanti lampeggi che non fanno presagire nulla di buono per la serata.
Si approssima l’ora dello spettacolo quando i primi goccioloni di pioggia costringono gli organizzatori ad annullare o rimandare il concerto.
La sala della Pro Loco è deserta, le tenui luci incutono sulla presente opprimente at-mosfera di delusione suscitata dal fallimento del tanto atteso evento. Esclusivi clienti, seduti ad un tavolino, sono una coppia sulla mezz’età che sta consumando il crodino con gli stuzzi-chini serviti da Sergio attardatosi al bancone per la straordinaria occasione. Fuori l’intensità della pioggia infittisce accompagnata da violenti scrosci di grandine; il cielo reso tenebroso dalla burrasca si accende dallo sfrecciare delle saette, i tuoni irrompono infrangendo il silen-zio che incombe nell’ambiente; l’aria dell’Agosto inoltrato improvvisamente si raffresca per le folate di vento e invita ad indossare il maglioncino.
Mi avvicino agli sconosciuti ammutoliti avventori e, un pò per cortesia e anche per cu-riosità, chiedo quale fosse il particolare motivo che li aveva spinti fino a Cimaferle.
“Siamo i coniugi Orlandi, veniamo da Genova, appassionati della musica rock seguiamo le band famose per i concerti ma anche per trovare motivo di fare qualche gita e scoprire i paesi dell’interland ligure-piemontese. Ma questa è una serata negativa che non ci ha nep-pure fatto trovare posto al ristorante tutto completo.” mi spiega il Signor Orlandi “già che abbiamo fatto conoscenza ed il programma è saltato, se ne ha tempo e voglia, ci parli un po’ di questa Pro Loco che per quanto abbiamo visto ci pare bene organizzata”.
Di buon grado raccolgo l’invito e visto ciò che ormai promette la serata andata buca, per atto di cortesia e con piacere mi accomodo intorno al tavolino, Sergio mi porta un caffè e mi dispongo a raccontare la nostra storia agli improvvisati ospiti.
“Quando e com’è nata questa Associazione” chiede il mio interlocutore.
“Dobbiamo rifarci agli ultimi anni del ’60, quando la comunità di Cimaferle era una attiva realtà agricola di tipologia alpina, vivace per le numerose famiglie residenti quasi tutte dedite all’allevamento della razza bianca piemontese, al pascolo, alla raccolta dei prodotti del bosco, - famosi i funghi - alle culture della terra per prodotti di eccellenza come il frumento, il fieno, le patate e nella primavera una apprezzabile varietà di fragole.
Le strade erano sterrate, l’acqua si attingeva ancora dal pozzo, l’energia era precaria, le comunicazioni difficili. Comunque i servizi essenziali erano adeguati ai tempi e sufficienti a soddisfare, per quel tempo, le necessità dei residenti con la scuola elementare, il medico, il Parroco, tre esercizi alimentari, il forno e la ricettività, con due trattorie e l’albergo, consenti-va l’ospitalità dei cacciatori e dei villeggianti che nel periodo estivo triplicavano le presenze.’
“ma tutto questo cosa c’entra con la Pro Loco ?” interruppe l’Orlandi.
‘Questa premessa è necessaria per descrivere l’ambiente di questa piccola frazione del Comune di Ponzone dove il tempo libero della Domenica veniva trascorso all’osteria per le partite di scopone e lungo i viottoli o al campo esistente dietro l’albergo per giocare alle boc-ce.
I ragazzi giocavano sulla piazza o sui prati ma mancava un coordinamento, un collante che li organizzasse e li coinvolgesse in una attività ludica.
L’ascendente sui giovani del maestro Giorgio Canini (leggi articolo Dr.Lepratto www.cimaferle.it) e la passione per il gioco del calcio di Dante Lavagetto ispirarono l’iniziativa della costituzione del Gruppo e la formazione della squadra di calcio del Cimaferle.
Dante – classe 1902 – era un villeggiante radicato nel paese per la parentela acquisita del genero Elio Novelli allenatore della Santamargheritese poi passato al Como, aveva milita-to nella Veloce Embriaci di Genova con trascorsi come dirigente sportivo e riuscì a infondere nei ragazzi lo spirito di gruppo, l’entusiasmo per i colori della maglia nero-azzurra e l’impegno per il Paese che dovevano rappresentare. Aveva cura di racimolare i primi fondi occorrenti per le divise, i minimi indispensabili per gli accessori e per i palloni di cui aveva la massima cura.’
“perché i colori della squadra dell’Inter, in una zona vocata al tifo delle squadre liguri-piemontesi ?” mi domandò l’Orlandi.
‘le maglie con i colori di Genoa, Samp, Juve e Toro ormai abbondavano nel circonda-rio inoltre una influenza milanese era presente tra quei villeggianti che sostenevano l’iniziativa. Si cominciò così a partecipare ai tornei di Palo confortati dall’entusiasmo che a-veva contagiato tutti: villeggianti e residenti. Le lunghe colonne di macchine al seguito della squadra (leggi articolo del Dr. Lepratto su www.cimaferle.it) aperte dalla vespa di Riccardo Bottino, le animate dispute sul campo tra i giocatori e sugli spalti tra il pubblico, le vivaci proteste con gli arbitri, gli entusiastici trionfali rientri in paese strombazzando e sventolando le maglie in se-gno di esultanza per la vittoria.’
“ma le partite in casa dove le giocavate ?” chiese l’interlocutore.
‘con la risposta a questa domanda si configura la centralità del nostro racconto.
Correva l’estate dell’anno 1967 e alcuni villeggianti, sul terreno concesso dalla fami-glia Novello proprietaria dell’albergo Sanfront, avevano iniziato la costruzione del campo da tennis che, per il momento fortunato di quello sport, non riusciva a soddisfare le tante richie-ste della collettività. Un gruppo eterogeneo di volonterosi si unì a costoro dando luogo ai “So-ci Fondatori”, con la finalità di costruire anche il campo di calcio in modo di allargare lo spa-zio da dedicare all’attività sportiva.
Per conseguire quest’opera le risorse finanziarie occorrenti erano cospicue e i promo-tori ricorsero a offerte personali, al banco di beneficenza e al prestito bancario assistito da ga-ranzie prestate da alcuni soci. Iniziarono i grandi lavori che consistevano nello sbancamento per spianare il terreno, preso in affitto dal Comm. Giovanni Battista Gaione, ricorrendo all’impiego della dinamite mezzo indispensabile per sgretolare la roccia di tufo.
Nel frattempo, sotto la guida dei geometri Bruno Ivaldi, Gigi Rapetto, di Pino Ivaldi, del Comm. Taglione e del Dott. Guido Lepratto si completarono i lavori del campo da tennis in terra rossa con la rete di recinzione e l’impianto di uno sbarramento di cipressi alle estremi-tà per riparare i giocatori dai riflessi solari.
Alla costituzione di questa Associazione, con l’entusiastica euforia del momento, si rese particolarmente attivo Cesare Papalia quell’anno in vacanza a Cimaferle e, come primo Presidente il 14 Luglio del 1967 iscrisse presso il Centro Sportivo di Acqui Terme il “Gruppo Sportivo Cimaferle”(per anzianità risulta la prima società iscritta a quell’Ente). L’amico Cesare si die-de veramente tanto da fare e si prodigò per il reperimento di quanto occorreva alla prima si-stemazione del campo e scese perfino al porto di Genova a prelevare da un magazzino di re-cuperi i legni (famoso pitch-pine) per costruire le porte.
“ma chi lavorava per questa realizzazione ?” chiese interessato l’Orlandi.
‘I grandi lavori che richiesero l’impiego di mezzi meccanici furono affidati ad un’impresa specializzata ma tutte le opere accessorie e collaterali furono effettuate con spirito volontaristico dai villeggianti coadiuvati da alcuni residenti e aiutati dai tanti ragazzi.
Intanto la passione del Dante era al massimo, convocava i ragazzi, guidava gli allena-menti, imprimeva lo spirito di squadra mentre erano gli stessi giovani giocatori che si premu-ravano di organizzare i tornei con le iscrizioni al CSI, la compilazione dei cartellini per le as-sicurazioni, la richiesta degli arbitri, la ricerca delle squadre, il monte premi, un lavoro impe-gnativo che svolgeva soprattutto Massimo Fogliazza.
La struttura era minima, lo spogliatoio era sistemato in un vecchio capanno fatiscente, mancavano le docce che venivano effettuate all’aperto, i premi erano costituiti da una coppa per la squadra vincente e la medaglietta ricordo in vermeil ai giocatori. Ma quale e quanto era l’entusiasmo dei contendenti in campo e del pubblico sugli spalti! Aumentava il numero delle auto e della gente che formavano le colonne al seguito per le trasferte a Palo, Cassinelle e nel-le frazioni vicine. Il crescente tifo si alimentava con i successi conseguiti dalla squadra, ralle-grando il mister Dante sempre più attivo nel suo ruolo.
I tornei di calcio divennero il nucleo centrale delle attività che si svolgevano nel mese di Agosto, si affinarono per la qualità delle squadre partecipanti, come la Shell Collino di Ac-qui e quella del Lido di Genova invitata dal Dott. Bottino, oltre a quelle delle vicine frazioni che come la nostra maliziosamente si rinforzavano con l’innesto di campioncini esterni.
Il Dante non si accontentava di Massimo Fogliazza, Gianfranco Novelli, Pierluigi Ba-rile, Giorgio Porrega, Gianni Rivetti, Franco Piaggio, Roberto Lanza e gli altri ragazzi dispo-nibili, egli voleva la squadra forte, vincente e frugando nelle sue conoscenze a Genova convo-cava (pagando di tasca sua) qualche rinforzo e le partite si vincevano.
Dante era anche il guardarobe del “Gruppo”: teneva in ordine le maglie, il materiale vario, si interessava per la marcatura del campo ma soprattutto, cosciente del loro costo e per un principio personale, aveva una particolare attenzione al recupero dei palloni tanto che di-venne proverbiale e lo è tuttora, il suo grido di dolore “u me balun!!!” ogni volta che la palla veniva calciata oltre la recinzione del campo e finiva nel sottobosco, rendendone difficile e talvolta vano il recupero.’
“allora la Vostra Società si identificava esclusivamente nello sport?” interruppe la Signora.
‘mi aspettavo questa precisazione. Il calcio si confermava come la principale attività sociale anche perché il Mister trovò solidarietà nel Dott. Federico Bottino, eletto Presidente nel 1968, che era consigliere del Genoa e appassionato a questo sport, tanto che si attivava in panchina durante i tornei e spesso entrava in campo ad arbitrare le partite amichevoli,. Un Sabato, tra l’attesa e la curiosità di tutto il Paese, Bottino riuscì a far salire a Cimaferle il pul-lman rosso-blu con i componenti la squadra che si trovava in ritiro ad Acqui Terme e attorno a quei giocatori per l’eccezionale avvenimento si radunò tutta la gioventù e la locale numero-sa tifoseria genoana.
la Dirigenza del “Gruppo” impostò una opportuna programmazione di manifestazioni collaterali da affiancare all’attività sportiva, costituendo le linee basilari su cui è proseguito il palinsesto che, nel processo evolutivo del tempo, ha avuto modifiche e affinamenti, cancella-zioni e innovazioni ma si è mantenuto entro quei canoni.
La “Fragolata” aveva lo scopo di valorizzare un prodotto locale di eccellenza e di qua-lità superiore. Le bancarelle venivano allestite sulla piazza e lungo la strada provinciale per esporre il meglio di questa produzione. Le ragazze partecipavano gioiose indossando gli anti-chi costumi prestati dalle vecchie cassepanche di famiglia e alle macchine di passaggio offri-vano le fragole che venivano gustate accompagnate dal bicchiere di barbera, spillato dalla bot-ticella posta su un carro, offerto dagli Assandri.
Ogni produttore presentava una particolare confezione che veniva sottoposta alla valu-tazione della giuria per entrare nella graduatoria dell’assegnazione del premio dell’anno.
Pino Ivaldi aveva portato in paese una particolare auto scoperta che, addobbata con collane di fiori e carica di ragazzi, creava una confacente coreografia scenica nel paese in fe-sta.
Purtroppo le fragole non vengono più coltivate e, per la mancanza della materia prima questa piacevole, allegra e interessante manifestazione si è malinconicamente spenta.
La “Marciaferle” ebbe inizio in quegli anni e con la partecipazione della Sezione Ac-quese del CAI, continua nel ricordo di Giovanni Zunino – il grande precursore amante della montagna - ad effettuarsi nella prima Domenica di Settembre di ogni anno, sempre lungo il percorso dei 17 chilometri da Acqui a Cimaferle, attraverso i sentieri e lungo la strada.
Nelle prime edizioni la marcia beneficiò della sponsorizzazione della Cinzano che for-nì appositi pettorali numerati, gli striscioni di partenza-arrivo e le coppe per la premiazione. Tramite l’interessamento del Dott. Guido Lepratto, la Motta mise a disposizione una abbon-dante quantità di “Mottini” da distribuire ai posti di ristoro e a tutti i partecipanti.
Và detto che queste iniziative ottenevano un largo consenso popolare in quanto le abi-tudini e le esigenze – si parla dei trascorsi di appena un trentennio – erano semplici e forte era il desiderio della partecipazione anche se ripagati da una coppa, una targa, una piccola meda-glietta o l’omaggio di un modesto prodotto.
Oggi la gente è distolta da ben altri interessi, si è evoluta e diventata meno sensibile nei confronti di queste manifestazioni. E’ sempre più difficoltoso reperire le squadre per i tor-nei, le esigenze sono insostenibili dai modesti budget della Società e sono queste le ragioni per cui è diminuita la partecipazione a questa attività che invece è nostro obiettivo stimolare e rendere nuovamente primaria.’
“il racconto mi interessa” dice Orlandi “il temporale continua ad imperversare e non si può uscire, se possibile ci facciamo un toast perché lo stomaco langue, così possiamo trattenerci ancora ed ascoltare questa storia”.
‘non vorrei rendermi noioso ma se, come dite gradite ascoltare la nostra storia, andan-do a rivangare nella mia memoria continuo il racconto.
Nell’estate del 1972 si svolsero le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali e nella lista entrò Ugo Palmisano, giornalista editore de “La borsa dei noli” di Genova e con lui con-tinuò il sottoscritto, entrarono Dante Lavagetto, Francesco Lenti di Alessandria e alcuni gio-vani tra cui Massimo Fogliazza, Mino Assandri, Gianfranco Novelli, Sergio Ivaldi che venne-ro tutti eletti nel nuovo Consiglio Direttivo. Alla prima riunione, in casa di Pino Ivaldi, si procedette con voto segreto alla elezione del Presidente che inaspettatamente nominò Ugo Palmisano.
Bisogna tener presente che esisteva un antico antagonismo paesano tra la parte alta (quelli di sopra) vicino alla Chiesa e al Ristorante Piemonte con la sottostante piazza, l’Albergo Sanfront e Fondoferle la strada delle residenze più elitarie (quelli di sotto).
Questo campanilistico antagonismo emergeva in occasione della celebrazione della Festa Patronale dell’Otto di Settembre, incentrando lo svolgimento dell’evento nel posizio-namento del palchetto per il ballo che alternativamente avveniva un anno al Sanfront e il suc-cessivo al Piemonte.
I componenti che facevano parte del precedente Consiglio, quasi tutti fondatori, non gradirono l’esito di questo rinnovamento nella Presidenza ma democraticamente si dimisero cedendo la guida del “Gruppo” ai nuovi eletti, naturalmente amareggiati di passare la mano di tutto quello che erano riusciti a iniziare. Per chiarezza và precisato che Ugo Palmisano nell’onestà dell’incarico non disconobbe mai il merito dei precursori e ne ebbe sempre grande rispetto per tutto il tempo della sua Presidenza.’
“questo, come oggi si suol dire, si può definire un golpe” intervenne la signora Orlandi.
‘io che ho vissuto quel passaggio non sono di questa opinione. L’Associazione aveva assunto una linea paternalistica che dava l’impressione, specie nell’utilizzazione del tennis, di un club privato riservato ad una cerchia elitaria di villeggianti che d’altronde si meritavano le ragioni per aver avuto l’iniziativa e contribuito alla costruzione di questa struttura.
Il nuovo “Consiglio” mirava invece a modificare lo scopo del “Gruppo” conferendogli l’impostazione di pubblico servizio, per favorire la promozione turistica del Paese offrendo la massima apertura a tutti i soci residenti e villeggianti, contando sullo sviluppo del tesseramen-to e la partecipazione.
Ugo Palmisano era un geniale personaggio, un piacevole conversatore, un oratore di razza, gli era innata la dote della comunicazione ed ebbe la capacità ed il merito di intrecciare pubbliche relazioni con tutte le autorità del Comune, facendo apprezzare il ruolo dell’Associazione nel tessuto sociale locale e oltre.
Dopo la metà degli anni settanta si accentuò l’esodo dei giovani, non più appagati e-conomicamente dalle risorse offerte dal territorio e attirati dal richiamo della città dove l’industria era in forte sviluppo e prometteva lavoro mentre il Paese si avviava al declino per un naturale processo involutivo dovuto all’invecchiamento della popolazione.
“e l’Associazione non risentì questa recessione?”
‘assolutamente no, quelli furono gli anni che fecero compiere un salto di qualità al Gruppo e all’attività del calcio che, per l’impegno dei giovani Consiglieri si esplicitava con importanti tornei che riportavano un successo di partecipazione, si associarono grandi manife-stazioni collaterali che coinvolgevano la popolazione.
Ebbe risalto il Concorso fotografico al quale risposero numerosi concorrenti presen-tando lavori di pregio e le medaglie d’oro in apposito conio (primo risultò un dipendente della Cassa di Risparmio di Genova) rappresentarono prestigiosi e ambiti premi che resero importante la ma-nifestazione con articoli di stampa.
Una iniziativa simbolica e semplice ma sentita dalla popolazione si originò per caso nel giorno di Pasqua. Un comune villeggiante, per mantenere la tradizione del suo paese in to-scana, durante la Messa depose sulla balaustra dell’altare un piccolo cestino con sei uova. Il Parroco Don Luigi, non preparato a questa inaspettata funzione, dovette andare in sacrestia a prendere un messale che contenesse le orazioni dell’occasione e procedette alla benedizione delle uova. Da quell’anno durante la Messa di Pasqua la Pro Loco predispone ai piedi dell’altare alcuni cesti pieni di uova rassodate e ben fasciate che vengono benedette e distri-buite ai presenti.
In quegli anni ebbero inizio anche le cene sociali, manifestazioni popolari di grande partecipazione. Le attrezzature erano inesistenti e si procedeva con una tavolata lungo tutto il campo da bocce illuminato da qualche lampadina, le cuoche erano le signore Barberis e Giu-liano che in una grossa marmitta su un fornello improvvisato preparavano la spaghettata.
La cena più importante – di gala -, quella che chiudeva la stagione, si svolgeva al San-front con grande allestimento della sala a cura delle ragazze del Gruppo. Una riunione convi-viale preparata con cura e stile, con l’offerta di piccoli omaggi, torta speciale appositamente preparata dai pasticcieri coniugi Merlo di Acqui e in conclusione il discorso celebrativo del Presidente col brindisi.
Due grandi eventi strutturali si perfezionarono durante quegli anni.
Il Gruppo Sportivo era una associazione priva di un assetto costitutivo e, per ovviare a questa lacuna in data 23 Luglio del 1974 a rogito del notaio Cassinelli di Acqui Terme si co-stituì con atto pubblico la “Associazione Pro Cimaferle” supportata da regolare statuto sociale ed un Consiglio a capo del quale restò come Presidente Ugo Palmisano.
La Pro Loco si affermava anche nell’ambito regionale e venne segnalata per una edi-zione della Festa del Piemonte che si svolse presso l’Albergo Ceresola con l’intervento di per-sonalità in rappresentanza della Regione e della Provincia oltre a tutte le autorità Comunali.
Per merito e competenza dei giovani e la passione del Dante, i tornei di calcio intanto si affinavano, assumevano popolarità nei dintorni e le squadre partecipanti diventavano nume-rose mentre il pubblico seguiva con interesse queste manifestazioni. C’era il campo, ben re-cintato, curato nei particolari, però necessitavano le indispensabili strutture come gli spoglia-toi e le docce.
Intervenne la Vetrometal di Genova del socio Gino Galanzino, e la figlia Floriana ese-guì i disegni da allegare alla pratica di finanziamento (Lit. 700.000,=) da presentare alla Re-gione. I lavori iniziarono, si svolsero celermente con una gettata di cemento per la base e la posa in opera della struttura in lamiera zincata ondulata e verniciata che resiste ancora oggi. L’interno diviso in due vani per gli spogliatoi separati delle squadre ed il piccolo vano doccia. La Vetrometal fu molto generosa nelle condizioni di pagamento contenute entro i limiti del finanziamento anche se l’opera in effetti valesse molto di più.’
“scusi l’impertinenza della mia curiosità, ma voi vi davate da fare per costruire tutto questo senza preoccuparvi della precarietà del terreno su cui operavate?”
‘caro Orlandi la ringrazio per la domanda perché questo era il nostro chiodo fisso. Per i campi da tennis e da bocce non esisteva problema in quanto la famiglia Novello ci aveva af-fittato il terreno con un contratto a tempo indeterminato al canone simbolico annuo di una Li-ra. Diversa si presentava la durata della locazione del terreno dove insisteva il campo di cal-cio resasi incerta a seguito di una polemica che si trascinava da anni per incomprensioni fon-date su equivoci sorti tra alcuni Consiglieri ed il Comm. Gaione. Non era certo il canone dell’affitto sempre corrisposto regolarmente che inficiasse il rapporto e costituisse un proble-ma, quanto il puntiglio che originava i malintesi che accendevano la diatriba.
Nel mese di Novembre del 1976, dopo una breve tenacemente sopportata tribolazione causata da un feroce male incurabile, il nostro Presidente ci lasciò e noi tutti accusammo que-sto grave colpo sentendoci abbandonati e allo sgomento. La manifestazione d’affetto dimo-strata in quel triste momento dai Consiglieri, dai Soci, dalla popolazione e dagli amici di Ci-maferle fu grande, partecipata e sentita perché Ugo, amico di tutti e da tutti corrisposto aveva amato questa terra e questa gente anche se le sue origini erano tanto lontane.
Il Consiglio dell’Associazione si trovò in difficoltà in quanto era problematico trovare una persona che avesse la personalità ed il carisma di Palmisano, sia nell’ambito del direttivo che all’esterno, ma fu ancora una volta il Dante che mi segnalò un personaggio che da poco tempo aveva costruito la casa lungo la strada per la Verzella. Non lo conoscevo ma presi l’iniziativa di avvicinarlo per parlargli della nostra Associazione e, come si dice sondare il ter-reno. Mario Mascetti, mio coetaneo, segretario generale del settore marittimo della CISL, una persona importante che disimpegnava la sua funzione professionale tra Genova e Roma, cor-tese nell’approccio, semplice nel tratto, affabile mi convinse subito di aver trovato la persona giusta. Gli avanzai la proposta di coprire il ruolo di guida della Pro Loco che, per un senso di solidarietà verso il Paese, accettò di buon grado e senza reticenze. Anche il Consiglio gradì questa cooptazione che, verbalizzata con unanime voto favorevole, successivamente fu ratifi-cata dall’Assemblea dei Soci. Così Mario Mascetti divenne il nuovo Presidente.’
“ci furono cambiamenti con la nuova Presidenza nella conduzione della Società?”
‘non direi, Mascetti aveva conosciuto Palmisano ne aveva grande rispetto e assoluta-mente non intendeva cambiare la linea politica della Società ma senza accorgercene passam-mo da una impostazione che affrontava e risolveva i problemi attraverso le pubbliche relazio-ni alla concretezza del fare, alla mediazione mirata alla trattativa decisionale.
Qui rispondo alla sua precedente domanda perché uno dei primi problemi affrontati dal nuovo Presidente fu proprio quello di concludere la trattativa per i terreni e, dopo una lun-ga serie di incontri che si protrasse per due anni, con l’intervento del Comune – chiamato in causa – si arrivò ad una definizione con l’acquisto di tutto il terreno (Novello e Gaione) da parte del Comune di Ponzone che con atto pubblico ne deliberò la concessione novennale au-tomaticamente rinnovabile all’Associazione. Il problema era così risolto.
I programmi estivi continuarono a svolgersi regolarmente con i tornei di calcio, quelli di tennis e le gare alle bocce. Le squadre di calcio prolificarono con i pulcini, i giovani e quel-la femminile e si iniziò a organizzare anche la pallavolo.
Continuando un’idea avviata da Palmisano, proseguirono i contatti con il Comando del 3° Btg. Sernaglia dei bersaglieri di stanza ad Albenga e con l’interessamento del socio Danilo Giuliano che prestava servizio di leva presso quel reparto maturarono i rapporti con il Col. Carosio suo comandante.
L’anno 1977 fu quello dei Bersaglieri. (leggi articolo nel sito www.cimaferle.it) Presero parte alla Marciaferle, al torneo di calcio, tennero concerto sul campo con la fanfara, parteciparono alla serata danzante con la loro orchestrina, portando una folata di indimenticabile entusiasmo tra la popolazione e la gente affluita anche dagli altri paesi.
Nel 1978 i Bersaglieri del Col. Carosio tornarono in forma ufficiale, ci fu l’alza ban-diera sul campo, gli onori alla bandiera del Comune e quelli militari resi al Gen. Comandante la II.a Zona militare della Liguria, l’omaggio alla stele che ricorda i Caduti, la celebrazione della Messa al campo, la sfilata di corsa con la fanfara. Grande giornata riuscita sempre gra-zie all’impegno del nostro Danilo.
Affiancarono il Presidente tre validi collaboratori, entrati a far parte del Consiglio: Gi-no Galanzino, Piero Ferioli e Francesco Bruno con i quali si progettò la costruzione della Se-de.
Furono anni di intenso impegno per la scelta della soluzione che oscillava tra il pre-fabbricato in legno di tipo tirolese (ci recammo fino nei dintorni di Torino per visionare dei campioni) e la costruzione in muratura che prevalse.
L’opera fu intrapresa grazie al coraggio del Presidente e la volontà della terna sopra ci-tata, i fondi furono reperiti con un finanziamento della Presidenza (regolarmente rimborsato), la sottoscrizione di un prestito obbligazionario decennale a premi completamente coperta dai Soci di cui nessuno chiese il rimborso, da offerte singole e dalle risorse prodotte dal tessera-mento e dalla gestione. L’impresa di Giovanni Ivaldi d’altra parte concesse lunghe dilazioni e nel 1982 il Sindaco Prof. Andrea Mignone intervenne per tagliare il nastro tricolore all’inaugurazione della Sede
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che in effetti è quella in cui ci troviamo stasera. Dobbiamo rico-noscere il determinante apporto alla riuscita di questa impresa a Gino Galanzino per l’offerta di tutti i serramenti interni ed esterni, a Piero Ferioli per l’impiantistica elettrica e Francesco Bruno per la parte idraulica.’
“così avete costruito la Sede della Pro Loco con le Vostre risorse e la generosità dei Soci, è da encomiarvi per questa impresa, davvero grande per questa comunità”
‘si questa è stata veramente una grande impresa che ci ha impegnati tutti e di cui an-diamo orgogliosi. Cimaferle ha avuto il suo centro di incontro.’
“e le altre manifestazioni, lo sport come procedevano?”
‘il programma è stato sempre privilegiato anzi oltre a quelle ordinarie si organizzarono delle manifestazioni di carattere eccezionale come il concerto della cantante ligure Franca Lai, svolto nel campo sportivo con davvero tanto pubblico che gremiva gli spalti.
Nella nuova Sede si organizzò un convegno, patrocinato dalla Provincia di Alessandria per evidenziare la crisi economica che ormai era manifesta e si poterono così evidenziare nel-la redazione degli atti i problemi che assillavano gli agricoltori, gli allevatori e le poche picco-le imprese consedenti.
Ma non si tralasciarono neppure i grandi lavori di ammodernamento del campo tennis plastificandone il terreno con il tartan per evitare la terra rossa che richiedeva una manuten-zione continua e l’impiego giornaliero di una persona.
In quel periodo era molto attivo nel settore del tennis il maestro Ranghi, di professione ferroviere, che oltre a svolgere le funzioni di istruttore si dedicò proprio al rinnovamento dell’impianto collaborando con il proprio lavoro alla messa in opera dell’impianto di illumi-nazione, cosa che ne qualificò l’importanza e aumentò la domanda di utilizzo.
Anche i campi da bocce – il gioco tradizionale del paese - curati con passione da Giu-seppe Di Grumo furono rifatti completamente con riconosciuto gradimento da parte dei tanti giocatori.’
“il Direttivo era composto sempre dagli stessi personaggi o avvennero delle variazioni?” chiese l’Orlandi,
‘è giusto porsi questa domanda perché in effetti, intorno ai pochi elementi che costitui-rono il nocciolo duro del Consiglio Direttivo della Società, ad ogni elezione si avvicendarono tanti altri: Dario Pavero, Francesca e Sandro Lepratto, Paolo Assandri, Giuseppe Di Grumo, Ugo Caponetto, Renato Tarasco, Danilo Bonamigo, Francesco Barghini, Ermelinda Merli Sil-vestri, Chiara Molinari Trinchero, Ernesto Mignone scusandomi con chi al momento non cito per mancanza di memoria. Con le elezioni del 1982 entrarono a far parte del Consiglio due personaggi: il Prof. Michele Abbruzzese e Franco Piaggio che portarono un impulso di entu-siasmo per la loro attiva partecipazione e soprattutto consolidando quel nucleo centrale che determina la continuità.’
“i Consiglieri avevano incarichi specifici?” proseguì la curiosità del mio interlocutore.
‘la funzionalità dell’Associazione si valse sempre della partecipazione dei Consiglieri e ciascuno svolse – e così continua – una specifica mansione inquadrata nella conduzione ge-nerale. Il bar fu gestito dal socio Mino Assandri che seppe disbrigare con capace impegno professionale questo lavoro coadiuvato, per la parte contabile, da Michele Abbruzzese che as-sunse la funzione di Tesoriere dell’Associazione.
In Sede si organizzarono le cene e i pranzi sociali sempre frequentati dai soci (media di 100 coperti) e la cucina diventò il laboratorio stabile di Franco Piaggio che col tempo si appassionò a questo gravoso impegno prodigandosi in speciali e particolari piatti sempre gra-diti e apprezzati.
Nel 1986, ricordando il successo della festa con i Bersaglieri e sempre con l’entusiastica partecipazione di Danilo Giuliano, riuscimmo ad organizzare un raduno dei fan-ti piumati in congedo che fece affluire a Cimaferle i bersaglieri della sezione di Genova e quella di Pavia oltre alla fanfara del Btg. Sernaglia. Fu ancora una giornata memorabile, con il rancio nella Sede ed il concerto della fanfara.
Altra bella manifestazione fu quella iniziata nel 1993 e proseguita nei due anni succes-sivi.’
“sono curiosa - chiese la signora – di cosa si trattava?”
‘rifacendoci con la memoria alla “Indianapolis”, la corsa con le carrette che i goliardi genovesi percorrevano dal Righi fino alla piazza Corvetto, prendemmo contatti con il club che associava questi particolari veicoli ed insieme agli amici della Pro Loco di Caldasio, organiz-zammo il primo raduno che comprendeva la corsa.
Il percorso, di tre chilometri circa tutto in discesa, lungo un strada tortuosa asfaltata si rendeva adatto alla gara che vide la partecipazione di alcune decine di autocarrette carrozzate tipo corsa, con l’assistenza di cronometristi, del personale della protezione civile ed ebbe un grande successo.
In quella Domenica in Comune celebrammo l’avvenimento dedicandolo alla memoria di Enzo Tortora ed una apposita targa ricordo in argento fu consegnata ai rappresentanti della delegazione della Baistrocchi, da noi invitati per l’occasione.’
“è stata una iniziativa pregevole, specie il ricordo di Tortora, ma le corse delle autocarrette ebbero seguito?” domandò ancora la signora Orlandi.
‘non era facile organizzare queste gare perché richiedevano molta mano d’opera vo-lontaria e il regolamento si faceva sempre più sofisticato, ragion per cui, come ho premesso, fummo in grado di ripeterle, con successo, sullo stesso percorso l’anno seguente con la parte-cipazione del famoso paroliere e presentatore Giorgio Calabrese e ancora nel 1995 lungo un nuovo percorso che da sotto Ponzone scende al santuario della Pieve.
E’ stato un peccato aver rinunciato, purtroppo per forza maggiore, alla continuità di queste gare perché se avessimo potuto continuarle certamente il percorso Cimaferle-Verzella/Caldasio avrebbe avuto tutti i crismi per affermarsi ed inserirsi nel calendario uffi-ciale di quel tipo di corse.’
“dopo i campi di tennis, di bocce, del calcio, gli spogliatoi e la Sede vi siete fermati o avete ancora perfezionato la struttura” chiese l’Orlandi.
‘In verità, trascinati dal Presidente Mascetti sostenuto dall’entusiasmo dei giovani Consiglieri, non si terminava il debito di un’impresa che già si pensava ad altri lavori.
Così si realizzò la costruzione di un teatro all’aperto prospicente al campetto da palla-volo dando incarico sempre all’impresa locale di Giovanni Ivaldi di costruire un palco coperto con adiacente vano ad uso di camerini per gli artisti.
Si provvide ad aumentare la potenza dell’energia elettrica e si innalzarono i pali attor-no al campetto portando l’impianto di illuminazione che aveva tutti i collegamenti di servizio anche per il palco.
La cucina della Sede venne ampliata e fornita degli accessori occorrenti alla funzione, accanto alla sede venne fabbricato un ampio porticato dove i giovani potevano ascoltare mu-sica senza creare frastuono e disturbo entro la sala.
Tra le manifestazioni si inserirono con cadenza regolare le recite e gli spettacoli, alcu-ni svolti da complessi di professionisti, altri – i più graditi – preparati, messi in scena e recitati dai giovani e meno giovani soci.
Tra questi spettacoli c’era in programma il concerto che vi ha spinto fin qui.’
“il temporale pare si sia quietato. C’e il tempo per prendere un caffè e conoscere tutta la vostra storia che pare sia quasi giunta ai giorni nostri. Un’altra curiosità, come era impo-stato il palinsesto tipo delle manifestazioni che si svolgevano e si svolgono nell’estate di Cimaferle?” chiese l’Orlandi.
‘In genere il programma seguiva una linea guida a cui si aggiungevano innovativi e-venti particolari in base alle occasioni che si presentavano o se ne modificavano altri. Per dar-le un’idea le espongo un programma tipo:
Pasqua: benedizione e distribuzione delle uova
Luglio: grigliata di inizio stagione
Agosto: teatro all’aperto Compagnia dialettale M. Cappello di Genova
cena sociale in sede
ferragosto con S.Messa al campo - Fiera di Ferragosto
giornata dedicata ai giochi e passeggiata per i bambini
teatro all’aperto concerto Jazz con Dado Moroni
teatro all’aperto tradizionale serata di cabaret
teatro all’aperto commedia preparata e recitata dalla Compagnia dei “Grandi”
pranzo sociale in sede - foto di gruppo
Settembre: festa patronale – processione – gara delle torte in sede
la Marciaferle (Acqui-Cimaferle)
partecipazione ad Acqui con lo stand alla Festa delle feste
Sport: torneo calcio dei pulcini
torneo di calcio degli juniores
gara alle bocce di ferragosto
gara alle bocce “lui e lei”
torneo di tenni singolare e doppio
torneo di pallavolo’

“una intensa attività che però si riduce al solo periodo estivo” precisò Orlandi.
‘Proprio così e le ragioni, come le dissi all’inizio, vanno ricercate nel continuo spopo-lamento delle residenze stabili un esodo che non si è fermato e non ha consentito il rinnova-mento generazionale della popolazione anziana che purtroppo lentamente è venuta a mancare. Le risorse puntano sul turismo, in particolare quello delle seconde case, che producono un numeroso flusso di presenze proprio e soltanto nel periodo estivo.
Un importante riconoscimento premiante è stato quello conferitoci dalla Provincia di Alessandria che, a seguito della trasformazione societaria in “Pro loco di Cimaferle” avvenu-ta per atto pubblico il 27 Luglio 1994, ne confermò l’avvenuta ammissione nell’Albo delle Pro Loco esistenti nella Provincia.
L’ottenimento del crisma di questa ufficialità consentì al Consiglio d’Amministrazione attualmente in carica che è composto dai seguenti, - che comprende sicuramente le future co-lonne portanti che sono la speranza per la continuità della Associazione -:
Mario Mascetti Presidente
Claudio Cepollina Vice Presidente Sergio Gradi Segretario
Michele Abbruzzese Tesoriere Michela Abbruzzese Consigliere
Marcello Catasti Consigliere Carlo Desirello Consigliere
Massimo Fogliazza Consigliere Pino Gorziglia Consigliere
Enrico Negri Consigliere Andrea Novello Consigliere
Franco Piaggio Consigliere Stefano Silvestri Consigliere
Davide Trinchero Consigliere Alberto Zunino Consigliere
d’avvalersi del programma regionale pluriennale per l’impiantistica sportiva, per istruire e a-vanzare un progetto per il recupero funzionale dell’esistente impianto, istanza favorevolmente accolta e attualmente in corso di esecuzione dei lavori. Questa importante opera farà compiere un salto di qualità alla Pro Loco e costituirà una primaria risorsa per il Paese consentendo l’offerta di aggiornate attrezzature per lo sport, lo svago e il tempo libero utili per favorire il turismo e indispensabili per associare tutta la comunità.’
“di che cosa si tratta?” chiese ancora la signora Orlandi.
‘abbiamo ottenuto dalla Regione Piemonte le delibere per la concessione di un finan-ziamento di circa € 214.515,00 in parte mediante mutuo erogato dalla Cassa di Risparmio di Alessandria e in parte con contributo in conto capitale. Con il consistente sostegno del Co-mune, abbiamo in corso la realizzazione del progetto che consiste nella illuminazione del campo di calcio, la costruzione delle gradinate per il pubblico, la pavimentazione (a cemento battuto) del campo polivalente, la costruzione del nuovo fabbricato spogliatoi e docce, l’ampliamento e messa a norma della cucina, la nuova pavimentazione del campo da tennis.
Contiamo di ultimare i lavori entro la prossima primavera del 2007 e ci auguriamo per l’occasione di poter organizzare una importante giornata di festa per celebrare l’avvenimento.
Una gran parte delle nostre manifestazioni trovano riferimento in una ampia documen-tazione fotografica che è stata prodotta e curata dal nostro socio collaboratore Dott. Alessan-dro Lepratto che dimostra un particolare attaccamento a questo Paese e di conseguenza alla Pro Loco.’(visita il sito: www.cimaferle.it)
“allora, con i buoni auspici per l’esito del Vostro attuale gravoso impegno, pare che siamo giunti alla conclusione della nostra conversazione. In verità abbiamo piacevolmente sosti-tuito il concerto oggetto della nostra venuta a Cimaferle”
‘nell’enfasi del racconto stavo per dimenticarmi delle due manifestazioni che attual-mente incentrano il programma che sono: la fiera mercato di Ferragosto che si effettua – natu-ralmente il 15 Agosto – sui campi sportivi con la presentazione delle produzioni locali, banca-relle di antiquariato, musiche, divertimenti per i bambini e una cucina all’aperto con le nostre specialità, l’altro importante evento maturato in questi ultimi anni è la partecipazione alla “Festa delle feste” che si svolge ad Acqui Terme ove la nostra Pro Loco, grazie al grande im-pegno dei nostri Consiglieri coadiuvati da alcuni soci, partecipa per due giornate di faticoso ed intenso lavoro, con due grandi gazebo per presentare i prodotti locali.
Prima di salutarci e in ricordo di questa serata vi consegno quattro numeri del notizia-rio che trimestralmente la Pro Loco stampa ed invia agli oltre duecento soci . Nel programma di comunicazione il nostro Dott. Andrea Lanza ha costruito il sito www.cimaferle.it dove ci dilettiamo, un po' disordinatamente e poca perizia, ad imbussolare tutte le notizie che riguar-dano l’Associazione e i reportage fotografici del nostro Sandro Lepratto.
Tutto questo per diletto, opera di volontariato e il tanto sentimento che ci lega a questo Paese, alla sua gente, al territorio ed alla nostra Pro Loco.’
“grazie per la bella e interessante esposizione, per averci cortesemente intrattenuti in una serata estiva ma burrascosa, raccontandoci la storia della Pro Loco e vi assicuriamo che torneremo appositamente per assistere a qualche vostro spettacolo”
Una stretta di mano, e ‘Grazie a Voi e arrivederci a presto a Cimaferle.’

Cimaferle, Novembre 2006